di Carlos Alemany, Università Pontificia Comillas, Madrid
traduzione di Nicoletta Corsetti
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E. Gendlin nasce a Vienna il giorno di Natale del 1926. Per questo il tedesco è la sua madre lingua.
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1938, a 13 anni, fugge con la famiglia dall’Austria per la persecuzione nazista a causa della sua origine ebrea. Lo stesso accadde ad altri che sarebbero divenuti anche loro illustri psicologi (Freud, Adler, Ferenczi, Moreno, Rank, Kernberg, etc.).
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Suo padre, ingegnere, si stabilisce con la famiglia a Washington: “la più europea delle città USA…”
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Per i suoi studi di Filosofia sceglie la prestigiosa “University of Chicago”. Fin dal principio, vuole essere filosofo. Si laurea nel 1950 con la tesi “Dilthey and the problem of comprehending human significance in the science of man”.
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Dalla Filosofia alla Psicologia e Psicoterapia: frequenta un corso di dottorato con Carl Rogers, direttore del “Center for Counselling” dell’università. E’ attratto dalla sua fenomenologia delle emozioni, come era stato attratto dal metodo di Husserl e da tutta la filosofia esistenzialista contemporanea, avendo egli la possibilità di approfondire i filosofi tedeschi nella lingua originale.
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Anni ’50: intenso lavoro con Rogers sulle “core conditions” sia per quanto riguarda l’elaborazione teorica che i lavori sperimentali del Wisconsin.
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1958: presenta la tesi di dottorato intitolata: “The function of Experiencing in symbolization”. Centra l’attenzione sull’ “Experiencing” come concetto terapeutico e come fondamento di quello che sarà la psicoterapia esperienziale. Su tale tema scrive diversi lavori fino al 1964….
1) 1962: pubblica il suo primo libro “Experiencing and the creation of meaning: philosophical and psychological approach to the subjetive”. In esso esamina tutte le teorie filosofiche, elabora e motiva la sua sintesi personale e delinea il collegamento concettuale per una psicoterapia esperienziale. Il libro è riedito nel 1990 e tradotto in giapponese nel 1993.
Durante gli anni ‘60 continua l’approfondimento in questa direzione, pubblica vari articoli su “New directions in client-centered-therapy”, scrive sui concetti di nevrosi e psicosi (1964, 1966), sulla fenomenologia in generale ed applicata e pubblica la sua teoria del cambiamento della personalità (1964).
2) 1969: insieme agli autori Klein, Mathieu e Kiesler, pubblica “The experiencing scale: a research and training manual”. Vol. I e II. È il più importante strumento d’investigazione per quei tempi. È stato tradotto in tedesco (1977), olandese (1978), giapponese (1986) e spagnolo (1997).
1969. Pubblica il primo articolo intitolato “Focusing”, in cui espone già il ruolo del metodo dell’approccio corporeo nella relazione d’aiuto, come la forma più concreta per far si che la psicoterapia sia esperienziale.
1970: riceve il premio dell’American Psychological Association (APA) come migliore professionista dell’anno per il suo apporto alla psicoterapia esperienziale.
Durante gli anni ’70 Gendlin si dedica completamente allo sviluppo del Focusing, dei manuali di formazione e della ricerca sullo stesso, senza mai smettere di pubblicare articoli prettamente filosofici (ad esempio su Heiddeger e la sua filosofia della psicologia – 1979), né di continuare ad approfondire la sua teoria della personalità.
3) 1978. Focusing. Appare il libro nella sua prima edizione. Subito prepara un’edizione tascabile pubblicata da Bantam Books nel 1981. Il libro viene accolto con crescente favore: 18 ristampe in inglese, è tradotto in olandese (1981), tedesco (1981), giapponese (1982), svedese (1982), spagnolo (1983), danese (1983), francese (1984), ungherese (1986) ed ora in italiano (2001).
Dall’apparizione del libro e fino alla metà degli anni ’80, Gendlin si dedica alla formazione di trainers ed a promuovere diverse applicazioni tra i suoi allievi (psicoterapia, ma anche creatività, spiritualità, decision-making, ecc.)
4) 1986: pubblica un altro importante libro sulla applicazione della psicoterapia esperienziale e del focusing “Let your body interpret your dreams” Wilmette Ill. Chicago. Tradotto in tedesco (1987), in giapponese (1988) ed in olandese (1991). L’edizione spagnola è in stampa (dicembre 2001). Questo lavoro farà sì che Gendlin concentri i suoi sforzi in seminari sui sogni.
1988. La prestigiosa rivista American Psychologist, gli richiede il necrologio per la morte del suo maestro e collega Carl Rogers.
Negli anni ’90 torna a dedicare più tempo a sintetizzare le sue elaborazioni filosofiche per poterle trasmettere ai suoi allievi come un nuovo sistema operativo. Alcuni esempi di titoli sono: (1991) Crossing and Dipping: Some Terms for Approaching the Interface between Natural Understanding and Logical Formation, in Galbraith M. e Rapaport, W.J., (comps.) Subjetivity and the Debate over Computational Cognitive Science, (1991) Thinking beyond Patterns: Body, Language and Situations, (1993) Words can say how they work, in Crease, R.P. (ed.) Heidegger Conference Proceedings, (1997) Language after Postmodernism: fourteen commentaries on Philosophy of Eugene Gendlin and Gendlin’s replies.
5) 1996: pubblica il suo atteso libro: Focusing-Oriented Psychotherapy. Manual of the Experiental Method, Guilford Press, New York (edizione giapponese nel 1998, spagnola nel 1999). Focusing integrato con altri orientamenti terapeutici: psicoanalisi, Gestalt, psicodramma, bioenergetica, terapia cognitivo-comportamentale… Manuale per professionisti.
Nel 1999, quando lascia la cattedra per andare in pensione, la University of Chicago lo incarica di coordinare il Congresso Internazionale: What after postmodernism? con psicologi, filosofi, letterati, specialisti in Belle Arti, ecc. Porta a termine l’incarico con grande entusiasmo.
6) Attualmente Gendlin si è trasferito a 70 Km a nord di New York, dove si è dedicato al lavoro su “The process model” (manoscritto non pubblicato, 492 pp.; si può trovare nel sito del The Focusing Institute di New York: www.focusing.org).
In esso esamina come rendere operativa la filosofia dell’implicito, nell’era post moderna. A 74 anni sta consolidando, come risultato di tale modello, il metodo che chiama “Thinking at the edge” (TAE), una nuova combinazione, quasi 40 anni dopo, tra filosofia, experiencing ed elaborazione esperienziale dell’informazione. Tiene seminari intensivi su questo.
Conclusione: E. Gendlin è stato filosofo e psicologo, ricercatore e formatore di formatori. La sua grande vocazione ed il suo grande contributo sono quelli di essere uno dei migliori filosofi della psicoterapia contemporanea. Attualmente, come sempre, preferisce dedicarsi più alla teoria che alle applicazioni, queste le lascia ai suoi discepoli….
I suoi contributi alla Psicoterapia Esperienziale hanno prodotto un crescente interesse, orientato in parte attraverso il Focusing Institute. Quindici anni fa eravamo solo un centinaio di membri e professionisti, dei quali circa 50 erano trainers diplomati. Oggi i membri dell’Istituto sono più di 1000, con circa 500 trainers diplomati.
Eugene Gendlin, conosciuto per Focusing (“Proceso y tecnica del enfoque corporal”, come lo abbiamo sottotitolato in spagnolo), il suo strumento terapeutico, ha pubblicato circa 240 lavori. Nella bibliografia internazionale che abbiamo raccolto su di lui e la sua opera figurano più di 700 pubblicazioni in 6 lingue, dal 1960 al 2000. Tra esse si trovano circa 70 tesi di dottorato. Gli autori risiedono soprattutto negli Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Inghilterra, Belgio, Olanda, Svizzera, Spagna… ed ultimamente in Latino America.
Con la traduzione del libro in italiano spero e desidero che l’Italia diventi un nuovo luogo d’interesse, di formazione e di pratica dei contributi di Eugene Gendlin.
Roma, 8 novembre 2001