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Automobile filosofica per focalizzatori – modello 1999

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di Eugene Gendlin, Ph.D.
traduzione di Nicoletta Corsetti e Serena Castaldi

Nei tempi antichi a una filosofia corrispondeva anche una pratica. Per la prima volta da allora ecco di nuovo una filosofia che include una pratica. Focusing è questa pratica, e noi la insegniamo.

La filosofia è uno studio che richiede anni di letture e apprendimento. Ma proprio come guidiamo l’automobile anche se non sappiamo nulla di meccanica, così voglio costruire per voi un’automobile filosofica che potete usare, senza necessariamente sapere come funziona.

Questa filosofia costituisce una rivoluzione in campo filosofico. E’ stata elaborata e scritta ma, attraverso la pratica che ne deriva, potete conoscere la filosofia in modo IMPLICITO, senza veramente conoscerla. Ora voglio mostrarvene qualche piccola parte, e dirvi che quello che già conoscete [attraverso focusing] costituisce una rivoluzione nell’ambito della filosofia.

    1. Attualmente i filosofi riconoscono che le formulazioni non si fondano su se stesse, ma questo fatto li blocca. Molto peggio: la concezione attuale è che non c’è nessuna verità, e neppure valori, poiché la gente ancora pensa che, se i tentativi di trovare una sola verità arrivano a conclusioni contraddittorie, significa che non c’è nessuna verità.
      Conoscendo Focusing, certo non pensate che solo perché sono state enunciate verità diverse non esiste nessuna verità.  Invece sapete, magari senza averci pensato, che la verità consiste in una o più RELAZIONI tra quello che viene enunciato e……
      Ora vi mostrerò che la nostra filosofia è un modo di articolare alcuni tipi di queste RELAZIONI ESPERIENZIALI.
      Se le formulazioni non possono reggersi su se stesse, qual’è l’ALTERNATIVA ? La chiamiamo “esperire” (experiencing), ma sarebbe meglio dire “esperire, situazione, il corpo, il nostro vivere in relazione,….” Ancora meglio chiamarla semplicemente “puntini puntini”.

    2. STIAMO IN UNO SPAZIO APERTO—più sottilmente ordinato di ogni sistema e che pure implica ulteriori passaggi. Viviamo nel nostro esperire ricco di significati, nel mondo, con gli altri.  QUESTO NON SI PUO’ RAPPRESENTARE. SI PUO’ SVILUPPARE IN MOLTE DIREZIONI MA E’ DIFFICILE INDIVIDUARNE ANCHE SOLO UNA. Pertanto la verità è speciale e difficile da raggiungere. Vari approcci possono portare a diversi tipi di verità e possibilità. DIVERSE VERITA’ NON SI ESCLUDONO A VICENDA.
      Come filosofi questo ci può sembrare scoraggiante, irrazionale e anti-intellettuale, se non teniamo conto di ciò che segue:
    3. Già sapete che, per comprendere quello che uno dice, prestiamo attenzione all’esperire di quella persona….., ma come lo facciamo? Sentiamo i passaggi che portano a una affermazione; teniamo presente quello che la persona ha espresso riguardo a ciò che sperimenta nel corso di ogni passaggio, lo verifichiamo ripetendone alcune parti, e chiedendole ogni volta di correggerci.  Per il momento abbiamo compreso la persona; poco dopo veniamo di nuovo corretti, e questo porta ad un successivo momento di comprensione.  Quindi FORMULIAMO le parole e le frasi in relazione a questo senso, in continuo sviluppo, di ciò da cui la persona parla.
      La filosofia ci presenta un problema relativo al linguaggio. Secondo un punto di vista molto diffuso tutta la cultura e la storia si possono definire “linguaggio”.  Il linguaggio è molto relazionato a come pensiamo e sperimentiamo ogni cosa. Si, il linguaggio è sempre IMPLICITO in ogni esperienza, in ogni situazione, in ogni puntini puntini, per cui l’esperienza non è mai di per sé qualcosa di neutro ed attendibile. Sembra che siamo come creati e determinati da una delle molte culture e linguaggi. Sembra che comprendiamo gli altri solo se già abbiamo in comune dei significati. Sembra che non ci sia una natura umana universale e neppure un linguaggio da cui la filosofia possa procedere.
      Invece scopriamo che ascoltare e focalizzare [nella pratica del focusing] non si limitano ai significati comuni; si aprono a molto di più, a una maggiore intricatezza, a maggiori possibilità di quelle permesse dal LINGUAGGIO COMUNE. Ma allora, cos’è questa NUOVA MODALITA` DI LINGUAGGIO alla quale siete già abituati?
      Un tipo di RELAZIONE che vi è familiare è quella in cui le parole che dite permettono lo svilupparsi del puntini puntini. Spesso non riescono a farlo. Ma  parliamo senza farci caso. Negli anni ’30 Trigant Burrow scrisse: L’invenzione umana del linguaggio ha grandissime possibilità, ma finora ci ha solo separato dalla nostra esperienza, cosicché per lo più viviamo nel contesto di un linguaggio alienato.
      E` vero che a volte pensate o parlate senza sapere veramente quello che volete dire. Esplorate, giocate, divagate, leggete a caso o parlate a vanvera.  Ma poi, quando finalmente vedete, ascoltate o dite qualcosa che vi prende, siete in grado di riconoscere che in questo caso il vostro linguaggio fa qualcosa di più.  Diciamo che “sta portando avanti” il nostro…….., comunque si voglia chiamare il puntini puntini.
      Oppure, un esempio diverso, quando avete un problema o situazione da cui non riuscite a trovare via di uscita, ed ogni tentativo che fate fallisce sicché vi trovate completamente bloccati, quando finalmente riuscite a dire o fare qualcosa che produce anche solo un leggero senso di “allentamento” nel blocco, lo riconoscete.  Questi sono solo due dei molti modi di portare avanti.
      C’è una modalità di linguaggio che lascia emergere nuovi significati. Che possono essere più o meno strettamente connessi con un puntini puntini.  Focusing può sorprenderci con piccoli passaggi intricati mai apparsi prima nella storia del mondo.  Partire da questi nuovi passaggi rende possibile un linguaggio, perché qui il linguaggio è implicito nel corpo umano.  A partire dai nuovi passaggi LE PAROLE ARRIVANO GIA’ FORMULATE IN MODO NUOVO.  Questo linguaggio “ordinario” è un linguaggio per la filosofia, laddove nessun linguaggio sembrava possibile.  Le situazioni, il parlare e l’azione basati sul corpo sono un sistema per portare avanti.  Questo modo di linguaggio PUO` (non sempre) andare oltre la vecchia metafisica che si attacca a tutte parole. Ci può far trovare nuovi passaggi per portare avanti il contesto (il …. di ogni momento).
      Abbiamo ora segni attendibili del portare avanti. E abbiamo una pratica (focusing) che lo rende molto più accessibile.
    4. Sapete già qualcosa su tempo e spazio. Il pensiero filosofico ci si è dedicato molto.  Sapete che il tempo cambia durante il focusing. Un intero minuto di entrare in contatto e ritornare al senso corporeo può sembrare molto molto lungo.  Quello che rallenta nel corso del focusing, (e questo succede anche in molti altri tipi di processo) è un certo tipo di tempo.
      E naturalmente sapete che lo spazio cambia.  Cominciamo con una sensazione localizzata nello stomaco o nel petto, nello spazio ordinario del corpo seduto sulla sedia, ma poi si apre uno spazio che è molto più ampio del corpo , uno spazio in cui si possono “mettere” cose in determinati posti, uno spazio con molti “posti”, uno spazio con molto più di tre dimensioni, uno spazio in cui a volte si deve camminare da un “qui” ad un “li”.
      In questo nuovo spazio i nostri problemi – che magari avevamo immaginati come enormi massi – possono apparire piccoli rispetto a un vasto cielo.
    5. Sapete molto che non avete ancora espresso riguardo al vostro “sé” o “io”. Molti filosofi contemporanei sostengono che non esiste un modo per parlare di noi stessi.  Sembra che ci siano solo vecchie nozioni, ormai screditate.  Ma voi sapete come il vostro “Io” cambia durante il Focusing. Spesso cominciamo sentendoci sommersi, COME SE NOI FOSSIMO questo o quel problema o preoccupazione, ma dopo un po’ di focusing scopriamo che non siamo i nostri problemi o esperienze, piuttosto li abbiamo (o tocchiamo, o sentiamo, o ci relazioniamo….ad essi.).  “Io” è qui ed i nostri problemi sono li`.  Scopriamo che l’”Io” non è questo, né quello; l’”Io” non ha contenuto.

ORA CHE POTETE FARE CON QUESTO PIZZICO DI FILOSOFIA?

USATELO PER ESPRIMERE, CREARE, PENSARE E SCRIVERE, E PER PARLARE ALLA SOCIETA’ (vedi 7 sotto)

PER ESPRIMERE, CREARE, PENSARE E SCRIVERE, POTETE:

Poiché dobbiamo usare il linguaggio, può sembrare che il pensare e lo scrivere possano solo ripetere le vecchie nozioni.  Ma voi sapete già che non è così, perché nel focalizzare e nell’esperienza dell’ascolto avete sperimentato la sorprendente intricatezza che ne emerge.  Si manifesta un’intera serie di distinzioni prima inaudite: “Questo, che ho detto, non l’intendevo in questo modo ma in quel modo, e quello – mm- non è questo ma piuttosto quello, ora quello mi dà spazio (prima mi sentivo costretto e oppresso) ma, mm, non posso proprio avere quello, perché sono come questo……”

Ora è possibile scrivere in modo da sviluppare un nuovo uso delle parole, SCRIVENDO A PARTIRE DALLA MAGGIORE INTRICATEZZA del nostro esperire… Ho chiamato questo modo “Costruzione di teoria”. Ora lo chiamiamo “TAE” o “Thinking At the Edge” (= pensare ai confini)

Quindi questa filosofia può suggerirvi come operare nella nostra nuova modalità di linguaggio.

Qualcosa di più difficile è:

SENTIRE COSA NON FARE QUANDO CI ESPRIMIAMO, CREIAMO, PENSIAMO, E SCRIVIAMO:

Cose da non fare: per esempio, come riconoscere le vecchie trappole concettuali che sono implicite nel nostro linguaggio—questo richiede una educazione filosofica e non si può semplicemente mostrare. Quello che posso fare è mostrarvi le quattro più comuni trappole e in tal modo, comunicarvi un poco di filosofia.

  1. Guardatevi dall’assumere inconsapevolmente di esistere “nel tempo”, di solito nel tempo lineare matematico.  Per esempio, una parola come “simultaneamente” postula un certo sistema-tempo.  I filosofi sanno che come pensiamo il tempo può dipendere da svariati concetti.  Sapete che processi diversi danno luogo a tipi di tempo diversi.

  2. Formulare un enunciato può farlo apparire come un oggetto nel vuoto dello spazio geometrico. Ma, per essere reale, non è necessario che riempia questo spazio. Potrebbe esistere in un suo spazio di tipo diverso.

  3. Ovviamente una persona non è come una semplice cosa, o come una scatola con dentro pezzettini di esperienza. Tuttavia le nostre parole spesso inducono a questa conclusione.  Il vostro “vero” sé (self) è una cosa o è “in-processo”, in un modo nuovo che siete in grado di esprimere?

  4. Il corpo, come lo sentiamo dal di dentro, può portare a nuovi concetti, non soltanto a quello di una macchina neurologica.
    Il nostro linguaggio invita all’errore di pensare in termini di “mente e corpo” come se fossimo una mera combinazione di processi mentali ed un corpo-macchina fisiologica. Questo fa si che la maggior parte di quello che siamo venga tralasciato.

Siete in grado di riconoscere che le stesse vecchie parole hanno significati diversi nel contesto di approcci e “modelli” diversi.  Abbiamo ora un “Modello di processo” ben elaborato che modifica il significato di “corpo” e di molte altre parole.

PARLIAMO ALLA SOCIETA’, RICONOSCENDO LA MOLTEPLICITA’  DEI MODELLI

La filosofia si rivolge alla società. Uno dei principali messaggi che è necessario comunicare è che ci sono MOLTI MODELLI.  Questo non significa che non esiste la verità, ma che esistono molte verità.  Quello a cui gli scienziati si riferiscono è un tipo di verità, ma parte di essa deriva proprio dal modello che applicano.  Dicono che gli esseri umani e gli animali sono solo delle macchine, ma QUALSIASI COSA ESSI STUDINO viene da loro considerata alla stregua di una macchina.

A casa lo scienziato guarda negli occhi di suo figlio e il figlio lo guarda.  Ma lo scienziato pensa: “Non è triste che tu sia in realtà soltanto una macchina!” Questo non accadrà se si è consapevoli che la nostra scienza usa un particolare punto di vista, il modello secondo cui ogni cosa studiata è suddivisa in unità stabili, ben definite, e poi ricostruita.  Dicono che hanno “spiegato” qualcosa quando possono ricostruirla a partire da queste unità.  Questo è il modello che storicamente finora ha avuto più successo, tuttavia è solo un modello. Ce ne sono altri.

Un secondo modello di successo, che non sostituisce, ma interagisce con il primo, è quello ecologico.  L’ecologia usa il modello opposto: ogni cosa è parte di una totalità.  Non si può conoscere una unità individuale perché essa gioca un ruolo nella totalità e non si puo` mai conoscere completamente la totalità, quindi non toccate quei pesci. Potreste provocare un cambiamento totale.

Non dobbiamo rattristarci se la nostra persona o ”Io” scompare nella scienza comune secondo la quale siamo rappresentati come delle macchine.  Ciò è conseguenza del modello basato sulle unità.  Né dobbiamo lamentarci se il modello olistico ci fa evaporare nel cosmo.  Per includere noi stessi, dobbiamo aggiungere accanto a questi due un terzo modello, i cui termini fondamentali non sono le unità e neppure la totalità, ma i processi.

Nel nostro nuovo modello, un processo non è suddiviso in unità morte che rimangono costanti. Il processo produce nuove totalità create di fresco.  Mette il modello olistico su ruote, per cosi dire.  Come gli altri modelli, può essere usato per studiare qualsiasi cosa.  Nuovi concetti per una fisica basata sul processo con “tempo retroattivo” permettono di trovare risposte ad alcune anomalie (Gendlin e Lemke, 1983, Gendlin, 1997b,IV).  Invece di ridurre i corpi viventi alla biologia corrente, possiamo creare una nuova biologia che studi ciò che gli altri modelli hanno trascurato in ogni tipo di corpo vivente. (Gendlin 1997b, Matsuno,1989).

NOI ESSERI UMANI VIVIAMO A PARTIRE DA CORPI CHE SONO AUTOCOSCIENTI DI SITUAZIONI.

Notate la “strana” frase “autocoscienti di situazioni”. “Coscienza”, “auto” (self) e “situazione” non sono tre oggetti in collocazioni separate.

Il modello basato sul processo comporta un suo tipo di verità e precisione.  Possiamo essere molto precisi riguardo ai vari TIPI DI PROCESSO, sul come promuoverne la manifestazione e sui loro svariati effetti.

ALLA SOCIETA’ DOBBIAMO INNANZI TUTTO DIRE:

Il modo in cui la scienza rappresenta le cose viventi non è una scoperta ma solo una conseguenza del modello.  Ci sono molti approcci, la scienza atomistica è solamente uno.

Dove realmente ci troviamo è in uno spazio aperto – nelle infinite possibilità di una intricatezza molto superiore a qualsiasi modello.  Perciò non è necessario scegliere un solo modello o ricadere nel relativismo dei modelli.

IN SECONDO LUOGO ALLA SOCIETA’ DOBBIAMO DI DIRE:

Quello che i vari modelli portano alla luce non si può comporre in una mappa coerente. Quindi noi osiamo non limitarci ad omettere quello che non fa parte di un particolare modello.

Ora che gli scienziati atomisti sono capaci di definire i nostri geni pensano che noi SIAMO solo questo.  Hanno ridisegnato i prodotti agricoli nel mondo intero per mettere in grado una compagnia di accaparrarsi il mercato.  E questo ha preso il posto dell’evoluzione.  Per anni hanno continuato a creare mostri, ridisegnando animali, per esempio una “mucca-maiale” con tutta carne magra, ma che soffre costantemente e non si regge in piedi.  Presto ne faranno una che è in grado di farlo.  Gli allevatori di tutto il mondo dovranno comprarla.

Utilizzando il modello atomistico gli sfugge il fatto che IL PROCESSO DELLA VITA SI AUTO-ORGANIZZA.  Ha una propria direzione di evoluzione vitale.  Non possono prendere in considerazione questo dato, e neppure il fatto che L’ANIMALE LI GUARDA!  Ciò non è previsto nell’ambito di una scienza che spiega ogni cosa in termini di unità inanimate.

Stiamo costruendo una “scienza in prima persona” [basata sull’esperienza personale]; una scienza che controbilanci il modello atomistico e quello dell’ecologia. La nuova scienza si specializza in corpi viventi che sentono se stessi, ed in processi in cui il nostro “Io” sente se stesso. C’è già un grande accumulo di materiale relativo a questo tipo di conoscenza, ma per ora è frammentario e non ancora in grado di definirsi come scienza. Facciamolo.

Per esempio: prendiamo in esame, il lavoro di Corea sul processo della riproduzione che mette in evidenza l’esperienza soggettiva della donna che la medicina corrente ignora.  C’è poi il lavoro di McGuinness e Lawlor nel campo dell’ostetricia, sul parto dove si dà riconoscimento all’”Io” del neonato nell’atto di guardare l’altro.  Proseguiamo con il lavoro di Boukydis sulla preparazione dei genitori a rispondere a determinati segnali nel comportamento del neonato.

Insegnate focusing ai bambini delle elementari, a un’età in cui TUTTI lo comprendono immediatamente. (Più tardi solo alcuni sono in grado di farlo).  Dentro ogni corpo umano c’è un individuo che si sforza di portare avanti una vita.  SAPPIAMO che questo è vero.  Insegnate “la santità di ogni persona” direttamente.  Contattate la persona del bambino.  Un bambino sta seduto lì sette ore, cinque giorni alla settimana, per anni e anni e anni, senza che nessuno gli chieda “Chi sei?”

Continuiamo nell’ambito della scuola con i lavori di Stappert e di altri apparsi sulla rivista Folio.  La meditazione è di per sé una conoscenza antica, ma guardate cosa ci ha aggiunto Schillings. Questo approccio esperienziale del focusing si estende a molti altri processi vitali, fino a comprendere quale sia il modo migliore per accompagnare persone morenti (Grindler).

Questo approccio basato sull’esperienza ha contribuito a portare qualcosa di nuovo in molti campi. Per esempio, c’è ora un’estetica architettonica in grado di analizzare lo spazio di un edificio in termini di movimento del corpo umano attraverso di esso (Kirschner).  Un altro architetto insegna come ottenere il “senso corporeo” (felt sense) di un edificio che lo studente ammira; partendo da quel senso corporeo lo studente può disegnare un edificio totalmente nuovo.

Questi sono solo alcuni esempi del lavoro svolto seguendo questi criteri.  Sono il cerchio più piccolo all’interno del cerchio molto più grande costituito da quelli che lavorano per portare al mondo la conoscenza che già hanno acquisito.  Vogliamo fare appello a questa cerchia più grande. Ci sono vaste conoscenze basate su “processi [esperiti] in prima persona”, che potranno presto costituire la scienza ulteriore di cui abbiamo bisogno.

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